Parlamento voterà su uno scostamento di 38,5 miliardi in tre anni: Brivido per Meloni e Giorgetti

Al via gli incontri della premier Giorgia Meloni con le parti sociali a Palazzo Chigi, in vista della manovra, 11 novembre 2022. La prima riunione �¨ iniziata con i sindacati Confsal, Cisal, Usb e Confintesa. A seguire la seconda riunione con le associazioni delle imprese, 24 le sigle invitate al tavolo: Confindustria, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Confimi, Casartigiani, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra, Ania, Abi, Ance, Cia, Copagri, Confedilizia, Confprofessioni, Unsic e Unicoop. Per il governo sono presenti i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Marina Calderone (Lavoro e Politiche sociali), Raffaele Fitto (Affari europei, Politiche di coesione e Pnrr) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Giorgia Meloni e il suo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presenteranno al Parlamento una richiesta di scostamento di bilancio per un importo di 38,5 miliardi di euro tra il 2023 e il 2025. La richiesta comprende una manovra pura di 23,5 miliardi di euro (3,2 nel 2023, 15,7 nel 2024 e 4,6 nel 2025), oltre a ulteriori 15 miliardi di euro di scostamento di bilancio per il 2023 per finanziare i bonus edilizi.

Nonostante l’importo complessivo sia alto, è molto lontano dagli 113,6 miliardi di euro richiesti dal governo di Giuseppe Conte nel 2020, durante il primo anno di pandemia. I 15 miliardi di euro aggiuntivi per i bonus edilizi nel 2023 sono il risultato della recente decisione di Eurostat di permettere all’Italia di utilizzare quasi tutti i crediti d’imposta in circolazione per quell’anno, lasciando solo una finestra temporale nel 2024. I restanti 3,2 miliardi di euro nel 2023 saranno utilizzati per finanziare un decreto legge sull’adeguamento anticipato dell’Istat per le pensioni previsto nel 2024, per alcune misure sulla pubblica amministrazione e per il costo dei migranti.

Nell’allegato alla Nadef, si parla anche del taglio temporaneo del cuneo fiscale, che verrà mantenuto nel 2023 e l’anno prossimo, ma non sarà strutturale nel 2025. Le risorse nel 2024 e 2025 saranno utilizzate per il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, la prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, i rinnovi contrattuali nel settore sanitario, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti nel PNRR, e il finanziamento delle politiche invariate.

La richiesta di scostamento di bilancio dovrà essere approvata dalla maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato, il che richiede la presenza di tutti i membri del governo di Giorgia Meloni. In aprile, la richiesta di scostamento allegata al Def per finanziare il taglio del cuneo fiscale e contributivo non raggiunse la maggioranza richiesta a causa delle assenze dei partiti di governo. Giorgetti fu costretto a presentare una nuova richiesta di scostamento al Consiglio dei ministri, modificando le cifre. Questa strada oggi sarebbe a rischio, ma con l’aumento della conflittualità in queste settimane, il governo spera di ottenere l’approvazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Occhioche.it -Ktp.Agency - Copyright 2024 © Tutti i diritti riservati. Giornale Online di Notizie di KTP.agency | Email: info@ktp.agency | CoverNews by AF themes.