Pensioni Quota 103: Conviene l’incentivo sulla busta paga?

L’Inps ha fornito le istruzioni relative all’incentivo introdotto con la Legge di Bilancio 2023 per coloro che, pur avendo i requisiti per accedere a Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi), scelgono di non andare in pensione.

Questo incentivo consiste nell’azzeramento della quota di contributi che grava sul lavoratore dipendente, che corrisponde al 9,19% dello stipendio lordo nel settore privato e all’8,80% nel settore pubblico. Di conseguenza, lo stipendio aumenterà di un importo pari a quanto risparmiato di contributi, al netto delle tasse. È importante ricordare che questa minore quota di contributi aumenterà l’imponibile sul quale si calcola l’imposta, generando un incremento dell’Irpef.

Tuttavia, sebbene versare meno contributi incrementi lo stipendio, ciò comporterà una riduzione della pensione futura calcolata con il sistema contributivo. Pertanto, è lecito chiedersi se convenga beneficiare dell’incentivo o continuare a versare più contributi per assicurarsi una pensione di importo adeguato.

Secondo Money.it, godere dell’incentivo sembra essere la scelta migliore. Ad esempio, su uno stipendio lordo di 40.000 euro, l’incentivo garantirà un aumento mensile in busta paga di 282,76 euro lordi. Chi rinuncia all’incentivo e continua a versare la stessa somma di contributi all’Inps avrà un aumento della pensione (se raggiunta a 67 anni) di circa 16 euro lordi per ogni anno di contributi versati.

Ovviamente, la scelta dipende dalle esigenze personali di ciascun individuo. Tuttavia, in generale, sembra che beneficiare dell’incentivo sia la soluzione più vantaggiosa.

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