Prevenzione dell’ipercolesterolemia: Fondazione Cuore consiglia di agire anche per chi è in buona salute

Ognuno di noi ha la responsabilità di prendersi cura della propria salute. È fondamentale che organizzazioni credibili e indipendenti come la Fondazione italiana per il cuore e le società scientifiche si rivolgano a tutta la popolazione, non solo ai pazienti, perché la prevenzione deve coinvolgere tutti, anche coloro che sono in buona salute. Questo è ciò che ha sottolineato Emanuela Folco, presidente della Fondazione italiana per il cuore (Fipc), durante un incontro a Milano organizzato da Sanofi sul tema “Agire prima contro il colesterolo: quanto conta il fattore tempo per proteggersi dai rischi cardiovascolari”. Durante l’incontro, sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta da Swg su un campione di oltre 1.200 cittadini italiani tra i 45 e i 74 anni, secondo cui le malattie cardiovascolari colpiscono due italiani su tre, diventando un destino inevitabile, soprattutto con l’avanzare dell’età.

Il rapporto rivela che invece i pazienti più a rischio di eventi cardiovascolari, come quelli affetti da diabete, ipertensione, angina e patologie vascolari, che in alcuni casi hanno già avuto un infarto o un ictus, si mostrano rassegnati. Nonostante le terapie di base, i miglioramenti dello stile di vita e una dieta più sana, il colesterolo LDL non raggiunge livelli ottimali di controllo. Secondo Folco, solo il 50% della popolazione segue un percorso di prevenzione e conosce appena i valori medi del colesterolo, senza sapere la differenza tra il colesterolo buono HDL e quello cattivo LDL, che va mantenuto sotto controllo.

L’obiettivo principale è ridurre il valore del colesterolo LDL il più possibile, attraverso uno stile di vita corretto e l’aderenza alla terapia. Spesso, le persone che hanno avuto un evento cardiovascolare si sentono bene dopo alcuni mesi e smettono di prendere i farmaci, mettendosi a rischio di un secondo evento. Pertanto, è fondamentale seguire la terapia in modo costante. Folco lancia un appello particolare alle donne, sottolineando che le malattie cardiovascolari non riguardano solo gli uomini. Sebbene compaiano con dieci anni di ritardo rispetto agli uomini, quando colpiscono una donna, queste patologie sono spesso più gravi. È quindi importante che le donne si prendano cura del loro cuore.

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