Ravenna guida la sostenibilità: avviato il primo progetto di cattura della CO2 in Italia
Ravenna avvia il primo progetto di Carbon Capture and Storage in Italia, puntando a stoccare 4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030 e diventare un hub per la sostenibilità nel Mediterraneo.
Un passo significativo verso la sostenibilità ambientale è stato fatto a Ravenna, dove è stato avviato il primo progetto di Carbon Capture and Storage in Italia. Questa iniziativa ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare l’anidride carbonica, contribuendo così alla decarbonizzazione delle industrie, in particolare di quelle che hanno difficoltà a ridurre le proprie emissioni. Questo progetto si inserisce in un contesto globale in cui la riduzione delle emissioni di CO2 è divenuta una priorità per affrontare il cambiamento climatico.
il progetto di ravenna: uno sguardo alle fasi di attuazione
La prima fase del progetto di CCS di Ravenna è stata avviata nell’agosto 2024. Si tratta di un’iniziativa complessa, articolata in più fasi, con l’obiettivo finale di raggiungere una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate di carbonio all’anno entro il 2030. La responsabilità del progetto è di Roberto Ferrario, che afferma come Ravenna possa divenire un hub di riferimento per il Sud Europa e per il Mediterraneo nella lotta contro il cambiamento climatico.
La CCS si sviluppa attraverso un processo che inizia con la cattura della CO2 durante le fasi di combustione nei vari settori industriali. Una volta separato dagli altri gas, il carbonio viene compresso e preparato per il trasporto. Questo trasporto avviene in genere tramite condotti, ma è possibile anche l’uso di navi o mezzi terrestri. Dopo il trasporto, la CO2 può essere utilizzata in vari modi, come nella produzione di materiali per l’industria cemento o per la generazione di biomassa, ma può anche essere stoccata in formazioni geologiche sotterranee.
Il progetto di Ravenna fa parte di una joint venture paritetica tra Eni e Snam, e prevede la conversione dei giacimenti esausti di gas nel Mar Adriatico in luoghi di stoccaggio sicuri per la CO2. L’hub di Ravenna, una volta completato, potrà stoccare una capacità totale di oltre 500 milioni di tonnellate di CO2.
il potenziale di riduzione delle emissioni di co2
La cattura della CO2 è parte di una strategia più ampia per ridurre le emissioni globali. Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia , la CCS insieme alla Carbon Dioxide Removal potrebbe ridurre dell’8% le emissioni mondiali di anidride carbonica tra il 2020 e il 2050. Tuttavia, il conto finale per la decarbonizzazione di un’ulteriore parte significativa delle emissioni, stimata al 48%, comporterà la necessità di soluzioni CCS efficienti.
Il progetto Ravenna rappresenta un’importante opportunità per le aziende energivore in Italia. Sono già state raccolte manifestazioni d’interesse da ben 61 aziende distribuite su 172 siti industriali, con l’intenzione di effettuare un totale di stoccaggio di CO2 pari a 27 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030 e addirittura 34 milioni nel 2040. Questa partecipazione dimostra il forte interesse per le soluzioni CCS e il risultato positivo per l’industria italiana.
il ruolo di ravenna nel contesto mediterraneo
Ravenna non è solo un punto nevralgico in Italia: il progetto è integrato nel piano Callisto, che mira a costruire una rete di cattura, trasporto e stoccaggio della CO2 a livello mediterraneo. Tale progetto esteso tocca importanti zone industriali in Francia, tra cui Fos sur Mer e Valle del Rodano, e sottolinea l’importanza di un approccio collaborativo e interregionale nella lotta ai cambiamenti climatici.
Questa sinergia è cruciale per garantirne l’efficacia, affrontando le sfide comuni e migliorando la sostenibilità dei distretti industriali. In questo contesto, Ravenna si propone come un modello da seguire, contribuendo ad un approccio più integrato e strategico verso la decarbonizzazione nel Mediterraneo.
considerazioni globali sulla cattura della co2
A livello globale, la CCS ha già trovato applicazione con progetti significativi in Norvegia, Danimarca e Regno Unito. Il progetto Northern Lights, per esempio, avrà un ruolo chiave nello stoccare emissioni dal Nord Europa, mentre altri progetti in fase di sviluppo nei Paesi Bassi e in Danimarca promettono di ampliare ulteriormente la portata di queste tecnologie.
L’esperienza acquisita da altri progetti internazionali è fondamentale per informare e ottimizzare l’iniziativa di Ravenna. L’azienda Eni ha già iniziato a sviluppare una serie di strategie per la sua ascesa verso la neutralità carbonica, comprendendo svariati approcci innovativi in tutto il mondo. La CCS rappresenta una parte importante di questo panorama, insieme a soluzioni rinnovabili e biocarburanti.
L’evoluzione del progetto di Ravenna e le sue implicazioni sono seguite con interesse dalla comunità internazionale, confermando la validità della strategia italiana per affrontare la crisi climatica attraverso tecnologie innovative e sostenibili.