Richiesta dei Pm di archiviare Cappato riguardo a casi di suicidio assistito: età target 25-60.
La Procura di Milano ha richiesto l’archiviazione dell’accusa di aiuto al suicidio per Marco Cappato, membro dell’Associazione Luca Coscioni e candidato al Senato a Monza, per due casi di suicidio assistito in Svizzera. A novembre, Cappato ha accompagnato Romano, un ex giornalista di 82 anni affetto da una grave forma di Parkinson, mentre l’estate scorsa ha offerto il suo supporto a Elena, una donna veneta di 69 anni affetta da cancro terminale.
La richiesta di archiviazione è stata formulata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, dopo complesse indagini che hanno coinvolto accertamenti medico-legali, testimonianze e filmati. La decisione spetterà al gip.
In Italia, il suicidio assistito è legale quando il malato che ne fa richiesta è affetto da una patologia irreversibile che causa sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, ed è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Inoltre, il malato deve essere tenuto in vita artificialmente da trattamenti di supporto vitale.
Tuttavia, sia Elena che Romano non erano tenuti in vita artificialmente, ed è per questo motivo che Cappato è stato autodenunciato. Secondo i Pm, Cappato non ha commesso un reato di aiuto al suicidio, ma ha invece consentito a due persone che non erano in grado di esercitare autonomamente il loro diritto all’autodeterminazione di farlo concretamente.
Questo caso segue quello di dj Fabo, che ha portato ad un processo a Milano e alla decisione della Consulta. Il suicidio assistito è quindi legale in Italia, ma solo in determinate circostanze. Cappato è noto per le sue molte azioni di disobbedienza civile sul tema del fine vita e ha sostenuto il diritto di scelta delle persone in situazioni simili a quelle di Elena e Romano.