Ricorso della famiglia di una vittima brasiliana contro il rifiuto di estradizione

epa09709941 An exterior view of the European Court of Human Rights (ECHR) building during the beginning of a hearing in the case of Ukraine and the Netherlands against Russia, in Strasbourg, France, 26 January 2022. The European Court of Human Rights is holding on the day a Grand Chamber hearing on admissibility in the case of Ukraine and the Netherlands against Russia concerning events in eastern Ukraine, including the downing of flight MH17. On 17 July 2014, Malaysia Airlines flight MH17 crashed in eastern Ukraine, killing all 298 people on board. EPA/RONALD WITTEK

I familiari di Michele Granato, un agente di polizia ucciso dalle Brigate Rosse il 9 novembre del 1979 a Roma, hanno presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Questa iniziativa è stata promossa dall’avvocato Walter Biscotti, in risposta alla sentenza del 28 marzo emessa dalla Corte di Cassazione francese, che ha respinto definitivamente la richiesta di estradizione presentata dall’Italia nei confronti di 10 terroristi italiani, rifugiati e impuniti in Francia grazie alla dottrina Mitterrand.

Il ricorso sarà presentato durante una conferenza stampa che si terrà il 13 settembre alle ore 11 presso l’associazione della Stampa Estera a Roma.

Questa iniziativa è stata presa per ottenere giustizia per la morte di Michele Granato e per tutti gli altri atti di terrorismo commessi dalle Brigate Rosse. L’uccisione di Granato è avvenuta più di 40 anni fa, ma la ferita causata dalla sua morte è ancora profonda per la sua famiglia e per l’Italia intera.

La sentenza della Corte di Cassazione francese ha causato indignazione e frustrazione tra le famiglie delle vittime e tra i cittadini italiani. Questi terroristi italiani sono ritenuti responsabili di numerosi attentati e omicidi, eppure sono riusciti a sfuggire alla giustizia vivendo liberamente in Francia.

La dottrina Mitterrand, introdotta dal presidente francese François Mitterrand negli anni ’80, ha garantito loro protezione e impunità. Secondo questa dottrina, gli italiani che avevano commesso atti di terrorismo in Italia e che cercavano rifugio in Francia non sarebbero stati estradati, a condizione che dovessero vivere nel rispetto della legge francese.

Questa sentenza della Corte di Cassazione francese ha ribadito l’applicazione di questa dottrina, confermando che i terroristi italiani non saranno consegnati all’Italia per scontare la loro pena. Questo ha lasciato un amaro sapore di ingiustizia e impunità per le famiglie delle vittime.

Il ricorso presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mira ad ottenere giustizia per Michele Granato e per tutti coloro che sono stati vittime del terrorismo delle Brigate Rosse. La speranza è che questa Corte, che ha l’autorità di giudicare le violazioni delle convenzioni europee sui diritti umani, possa rivedere la decisione della Corte di Cassazione francese e porre fine all’impunità di questi terroristi.

La conferenza stampa sarà l’occasione per presentare il ricorso e per fare appello all’opinione pubblica italiana e internazionale affinché sostengano questa iniziativa. Si chiederà anche ai governi italiano e francese di collaborare per garantire la giustizia per queste vittime innocenti.

L’assassinio di Michele Granato è un triste ricordo delle pagine più oscure della storia italiana. È necessario fare tutto il possibile per assicurare che questi atti di terrorismo non vengano mai dimenticati e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.

Il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è un passo importante verso la ricerca della giustizia e della verità. Si spera che questa iniziativa porti finalmente a una svolta nella lotta contro l’impunità dei terroristi e che sia un segnale forte per coloro che tentano di violare i diritti umani.

Le famiglie delle vittime del terrorismo meritano giustizia e speriamo che questa volta sia finalmente raggiunta.

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