Riforma del Patto di Stabilità dell’UE: Progressi verso l’obiettivo di chiusura a novembre
I ministri delle Finanze dell’Unione Europea sono pronti a lavorare per trovare un compromesso sulla riforma del patto di stabilità. Il negoziato politico è iniziato e l’obiettivo è raggiungere un accordo entro la fine dell’anno. Durante l’Ecofin informale tenutosi a Santiago de Compostela, in Spagna, la ministra dell’Economia Nadia María Calviño Santamaría ha sottolineato la disponibilità di tutti i Paesi a intensificare il lavoro e ad avere un atteggiamento di compromesso. I ministri sono aperti a cercare un consenso sulla riforma del patto di stabilità e ad assumere impegni prima della fine dell’anno. La presenza della riunione a Santiago è stata considerata molto positiva da molti partecipanti.
Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis è stato colto alla sprovvista dalla ministra spagnola quando gli ha chiesto se tornerà a Santiago. Dombrovskis ha risposto di sì, mostrando l’effetto dell’aura della città. Durante la conferenza stampa, Dombrovskis ha sostenuto l’ambizione della presidenza spagnola di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno, anche se ha ammesso che potrebbe essere complicato. Tutti sono consapevoli che se tornassero in vigore le vecchie regole del patto di stabilità, ci sarebbero problemi significativi, a partire dalla reazione dei mercati finanziari.
Il negoziato sarà impegnativo. La ministra spagnola ha spiegato che il nodo principale è trovare un equilibrio tra la riduzione del rapporto debito/PIL e gli investimenti necessari. Inoltre, è importante garantire regole comuni che tutelino l’uguaglianza tra i Paesi. Tuttavia, il fatto che tutti i Paesi siano pronti a negoziare e raggiungere un accordo entro la fine dell’anno è un risultato positivo. Il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti ha chiesto di escludere dal calcolo del deficit le spese militari per sostenere l’Ucraina e gli investimenti per il Pnrr fino al 2026. Questa richiesta ha senso, considerando che senza incentivi potrebbero essere tagliate queste spese.
La pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno cambiato il quadro e ci sono Paesi che devono indebitarsi per ragioni di difesa nazionale. I toni del dibattito sono diversi rispetto al passato, anche da parte dei cosiddetti “falchi”. Tuttavia, il dibattito rimane difficile. L’Italia preferirebbe regole uguali per tutti, per evitare di classificare i Paesi membri tra diligenti e meno diligenti. L’obiettivo è avere una bozza di accordo entro ottobre e chiudere i dettagli tecnici a novembre. Il regolamento dovrebbe essere votato nel 2024, in modo che i Paesi possano preparare le leggi di bilancio per il 2025.