Saman: Le smentite di Shabbar sulle ricostruzioni di figlio e fratello
Shabbar Abbas, l’uomo estradato dal Pakistan in Italia per essere processato per l’omicidio della giovane Saman, nega tutte le accuse che sono state mosse nei suoi confronti. Secondo la stampa locale, Shabbar avrebbe raccontato la sua versione dei fatti ai suoi avvocati difensori, Enrico Della Capanna e Simone Servillo.
Una delle accuse che Shabbar ha deciso di contestare riguarda le testimonianze rese da suo fratello Danish Hasnain, zio di Saman e anche lui imputato per l’omicidio, e dal figlioletto, fratellino della vittima. Secondo la ricostruzione fornita dal figlio di Shabbar (parte civile nel processo), Danish sarebbe stato ospite a casa di Shabbar nella notte del 30 aprile 2021, ovvero la notte in cui Saman è stata uccisa. Tuttavia, Shabbar ha dichiarato che ciò non è vero, cercando di smontare così uno dei punti-cardine della ricostruzione degli avvenimenti.
Inoltre, Shabbar ha negato categoricamente che il movente dell’omicidio sia da ricondurre all’onore familiare, come ipotizzato dalla Procura. Ha affermato di non essere stato contrario alla relazione di sua figlia con Saqib, il fidanzato pachistano che è stato poi arrestato con l’accusa di averla uccisa. Ha sottolineato che il concetto di “delitto d’onore” è un retaggio del passato e che nella sua famiglia non è mai avvenuto nulla del genere. Ha sostenuto di non aver imposto restrizioni a sua figlia, ma di averle solo dato consigli. Ha affermato che Saman non era più felice in famiglia, non perché le fosse stato imposto un matrimonio, ma perché desiderava una vita più libera.
Queste sono le parole dell’uomo che, al momento, è sotto processo per l’omicidio di Saman, la giovane pachistana di 18 anni. Sarà compito della giustizia stabilire chi dice la verità e quale versione dei fatti corrisponda alla realtà.