Sanchez: il primo ministro che sfida il destino e conquista scommesse impossibili
Il leader socialista Pedro Sanchez, anche noto come “Pedro il bello”, è stato nuovamente incaricato dal re Felipe di formare il governo in Spagna. Questo avviene dopo che il leader popolare Alberto Nunez Feijoo, vincitore delle elezioni ma senza maggioranza, non è riuscito a farlo. Sanchez, che ha dimostrato di saper vincere scommesse apparentemente impossibili, ha bisogno dei voti degli indipendentisti catalani per ottenere la maggioranza. Se non riuscirà a formare il governo entro il 27 novembre, la Spagna tornerà al voto a metà gennaio.
La carriera di Sanchez è stata caratterizzata da scommesse audaci. Nel 2016, è stato rimosso dalla leadership del Partito socialista per aver rifiutato di sostenere il ritorno in carica di Mariano Rajoy. Tuttavia, pochi mesi dopo, ha vinto le primarie del partito e nel 2018 è diventato premier con il sostegno di Podemos. Durante il suo mandato, ha promosso un programma di sinistra che ha incluso riforme del lavoro, l’aumento del salario minimo e i sussidi alle famiglie a basso reddito. Ha anche introdotto leggi per proteggere le donne dalla violenza sessuale e per garantire la libera autodeterminazione di genere.
Dal punto di vista economico, l’economia spagnola è cresciuta più di quella dei suoi partner europei, ma la disoccupazione rimane alta al 12,7%. Sanchez ha anche cercato di aumentare il peso della Spagna a livello internazionale, grazie al suo prestigio personale e alla sua competenza in inglese.
Durante la campagna elettorale, Sanchez è stato accusato di tradire i valori spagnoli per la sua apertura agli indipendentisti catalani e ai nazionalisti baschi. Tuttavia, ha difeso questa politica come un modo per riconciliare i popoli della Spagna. Ha affermato che il paese è più unito ora di quanto non fosse nel 2018, quando il governo reagì duramente al tentativo di secessione della Catalogna.
Pedro Sanchez è nato a Madrid nel 1972 e ha iniziato la sua carriera politica nel 1993. Ha lavorato al Parlamento Europeo e ha ricoperto un ruolo importante durante la guerra in Kosovo. È stato eletto deputato nel 2009 e, dopo una breve pausa nel mondo accademico, è tornato in Parlamento nel 2013. Nel 2014 è diventato leader del Partito socialista. È sposato con Begona Gomez e ha due figlie, Ainhoa e Carlota.