Scandalo a Santa Marinella: Sindaco coinvolto in video compromettente? Indagine in corso

“Una terribile caccia alle streghe”. È così che Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella, in provincia di Roma, descrive la situazione in un lungo post su Facebook riguardante la diffusione di alcuni suoi video hot.

“Per quanto riguarda le consulenze informatiche, potete chiedere ad Angeletti. Era lui che si occupava di questo. Ora sembra che il consigliere Roberto Angeletti sia accusato dal pm Savelli di minacce aggravate nei confronti del sindaco, oltre che di corruzione. La consulenza informatica (del valore di 53mila euro) menzionata stamattina dal quotidiano ‘La Verità’ non solo non esiste, ma non sarebbe stata nemmeno tecnicamente possibile in un Comune in dissesto”, scrive Tidei. “Il problema è che oggi qualsiasi fonte può inventare qualsiasi cosa su di me – aggiunge – e affermare di averla trovata nel materiale che la Procura ha accidentalmente dato ad Angeletti”.

“Si tratta di 4000 ore di video e altrettante intercettazioni telefoniche, che teoricamente dovrebbero essere sequestrate e portare all’arresto di chi le pubblica in base alla legge Severino. Mi risulta che oggi La Verità si riferisca a intercettazioni che non sono menzionate in nessuna delle mie denunce (che riguardavano solo un video), e che fanno parte solo del procedimento per corruzione contro Angeletti e Quartieri, per i quali ero l’obiettivo da eliminare per proteggere gli interessi della famiglia. Così – continua Tidei – un indagato ha ottenuto dati sensibili dall’archivio riservato alla Magistratura che non riguardano fatti rilevanti per le indagini e ha diffuso il contenuto e il materiale fornito inavvertitamente dalla Procura ad Angeletti, che è accusato di corruzione dalla stessa Procura. Questo è diventato fonte di ispirazione per qualsiasi fantasia letteraria, senza possibilità di una concreta smentita poiché il materiale non è mai stato fornito alla difesa”.

“È ovvio che questa situazione avrà anche conseguenze legali. Si è commesso un grave errore nel permettere agli indagati di avere accesso a documenti del processo che sono estranei e irrilevanti per la loro difesa, ma assolutamente necessari dal loro punto di vista per denigrare non solo un avversario politico, ma anche colui che con coraggio ha denunciato le loro azioni malvagie. Ora – conclude – in una piccola città come Santa Marinella, questo errore ha scatenato una terribile caccia alle streghe e rischia di mettere alla gogna anche altre persone completamente ignare e estranee alla situazione”.

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