Scuola e Covid: Il virus sinciziale preoccupa di più secondo uno studio
La scuola e il Covid in Italia, una combinazione spaventosa? Parliamo di questo argomento con Rino Agostiniani, tesoriere e membro del consiglio direttivo della Società italiana di pediatria (Sip).
In vista dell’autunno, il virus che mi preoccupa di più non è il Covid, ma il virus respiratorio sinciziale (Rsv). I dati epidemiologici degli ultimi due anni ci hanno mostrato che abbiamo avuto molti casi anche a livello ospedaliero. Quindi dobbiamo prepararci con calma e tranquillità per i prossimi mesi, sapendo che la prevenzione si fa attraverso i vaccini, soprattutto per i più vulnerabili.
Oggi, spiega Agostiniani, il Sars-CoV-2 circola tra i bambini sani, ma non provoca sintomi gravi. Inoltre, c’è poco bisogno di intervento clinico in caso di malattia. Tuttavia, è importante proteggere anche i bambini fragili. Al momento, non serve allarmarsi in modo eccessivo o diffondere paranoie sul ritorno a scuola. È comunque necessario garantire una migliore ventilazione delle aule, poiché la scuola rimane un fattore di rischio per le malattie infettive.
Per quanto riguarda i bambini e il Covid, “serve il buon senso”. Un bambino con una malattia infettiva può essere una fonte di contagio se va a scuola. Quindi, in assenza di direttive specifiche, dobbiamo affidarci al buon senso dei genitori. Se notano sintomi sospetti come mal di gola o malessere generale, potrebbero far fare al bambino un tampone per il Covid per verificare. Altrimenti, dovrebbero seguire il buon senso e far rimanere il bambino a casa.
In conclusione, è importante affrontare la situazione con calma e prendere le precauzioni necessarie. La prevenzione attraverso i vaccini è fondamentale, soprattutto per i bambini più fragili. Dobbiamo anche assicurarci che le aule siano ben ventilate per ridurre il rischio di malattie infettive. Infine, dobbiamo fare affidamento sul buon senso dei genitori per proteggere la salute dei loro bambini e della comunità scolastica.
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