“Sentenza condanna Castellucci a 6 anni per tragedia sull’A16 con 40 vittime”

Remains of a bus crash on July 29, 2013 on the road between Monteforte Irpino and Baiano, southern Italy. At least 39 people were killed and several more injured after a coach carrying pilgrims plunged off a motorway flyover in southern Italy, rescue services said. ANSA/CESARE ABBATE

La Corte di Appello di Napoli ha ribaltato la sentenza del tribunale di Avellino riguardo al disastro autostradale avvenuto sull’A16 nel luglio 2013, condannando l’ex Ad di Aspi Giovanni Castellucci e altri dirigenti a sei anni di reclusione. Inizialmente erano stati assolti, ma la decisione è stata cambiata. L’incidente ha causato la morte di quaranta persone quando un bus precipitò dal viadotto Acqualonga. Castellucci ha commentato dicendo: “Si doveva trovare un capro espiatorio”. Altri imputati sono stati confermati o hanno avuto una riduzione della pena. Il bus, che aveva percorso oltre un milione di chilometri, ha perso il giunto cardanico che garantisce il funzionamento dei freni e ha tamponato diverse auto prima di precipitare nel vuoto da un’altezza di 40 metri. Trentotto persone sono morte sul colpo e due nei giorni successivi, mentre dieci sono sopravvissute. L’inchiesta ha portato al rinvio a giudizio di 15 persone, tra cui dirigenti di Autostrade per l’Italia, per omicidio colposo e altri reati. Castellucci e gli altri dirigenti di Aspi sono accusati di non aver garantito la sicurezza della circolazione autostradale e di non aver sostituito le barriere del viadotto. In primo grado, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna di 10 anni per Castellucci, ma era stato assolto. I legali di Castellucci sostengono che non fosse compito dell’ex Ad decidere quali barriere sostituire e che i fondi per la sostituzione erano stati stanziati. La condanna è stata definita sorprendente e sconcertante da Castellucci, che esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime. Tra i condannati anche il proprietario del bus, Gennaro Lametta, che ha sempre respinto le accuse, sostenendo che l’incidente sia stato causato da errori altrui e da gravi omissioni di Autostrade e del sistema motorizzazione partenopea.

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