Senza nuovi fondi, sale operatorie in pericolo – Marini (Acoi)

Durante la pandemia di Covid-19, abbiamo imparato l’importanza di prendere sul serio la questione della sanità e di rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per essere preparati in futuro. Fortunatamente, la pandemia sembra essere alle spalle, anche se ci sono ancora casi sporadici. Tuttavia, abbiamo notato che la sanità pubblica e la chirurgia italiana, di cui siamo maestri nel mondo, non stanno ricevendo il supporto necessario. Mancano fondi, circa 4 miliardi di euro aggiuntivi per il SSN, e questo mette a rischio gli interventi chirurgici e potrebbe portare alla chiusura delle sale operatorie. Questo è il primo messaggio che vorremmo inviare alle istituzioni dal Congresso dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani.

Negli ultimi 25 anni, la chirurgia è notevolmente cresciuta grazie anche all’innovazione tecnologica. L’introduzione di nuove tecnologie significa miglioramenti in termini di qualità e sicurezza nelle sale operatorie, nonché risultati clinici migliori per i pazienti, che possono essere dimessi prima dall’ospedale e tornare ad essere attivi nella società. Tuttavia, c’è un problema legato al rimborso delle aziende che producono e vendono dispositivi medici. Le Regioni italiane vogliono richiedere un rimborso di 3,6 miliardi di euro da parte di queste aziende, creando incertezze per il loro futuro investimento nel nostro Paese. Ciò potrebbe comportare la necessità di acquistare dispositivi di bassa qualità. È stato umiliante sentire che l’Italia potrebbe essere esclusa dal G7 della Salute a causa di questa situazione. Come professionisti della chirurgia, ciò è estremamente doloroso da accettare, considerando il ruolo di leadership che abbiamo svolto nel campo a livello mondiale.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale un investimento adeguato nel SSN e nella chirurgia italiana. Il Congresso Acoi, intitolato ‘Una sfida capitale’, che si svolgerà a settembre a Roma, rappresenta un’opportunità cruciale per discutere di queste questioni e trovare soluzioni concrete. Chiediamo alle istituzioni di ascoltarci e di prendere provvedimenti immediati per garantire il futuro della chirurgia in Italia.

In conclusione, è importante rilanciare la sanità pubblica e la chirurgia italiana, che rappresenta un’eccellenza a livello mondiale. Sono necessari investimenti adeguati per assicurare la disponibilità delle risorse necessarie e per garantire che le aziende continuino a investire nel nostro Paese. Solo così possiamo garantire una chirurgia di qualità, sicura ed efficace per i nostri pazienti. È tempo di agire, per il bene della salute dei cittadini italiani e della reputazione della medicina italiana nel mondo.

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