Speleologo americano salvato in Turchia: una storia di sopravvivenza
Il recupero di Mark Dickey, lo speleologo statunitense rimasto bloccato nella grotta Morca in Turchia, è stato un successo. Dopo essere stato tratto in salvo ieri sera, possiamo finalmente dire che l’incubo è finito.
Le operazioni di soccorso sono state complesse e lunghe a causa della morfologia della grotta e delle condizioni fisiche dell’infortunato. È stato necessario del tempo per stabilizzare le sue condizioni e permettere il suo trasporto verso la superficie. Durante il trasporto, sono state effettuate soste lunghe per valutare i suoi parametri sanitari e somministrare le terapie necessarie. È stato costantemente assistito da un medico e un infermiere.
Dickey faceva parte di un team internazionale di speleologi che stavano esplorando la grotta. Domenica scorsa, i suoi compagni hanno allertato le autorità turche e internazionali per chiedere aiuto. Squadre di soccorso provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia e dall’Ungheria sono arrivate sul posto per fornire le prime cure mediche.
Il Corpo nazionale Soccorso alpino e Speleologico (Cnsas) ha inviato una squadra composta da otto tecnici, tra cui un medico e un infermiere, per collaborare nell’assistenza sanitaria e valutare le condizioni della grotta. Un’altra squadra composta da cinque tecnici del Cnsas si è imbarcata verso la Turchia per fornire ulteriore supporto.
Successivamente, un volo dell’Aeronautica militare ha trasportato 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde in Turchia. Sono stati elitrasportati da elicotteri del Governo turco fino all’ingresso della grotta, dove è stato allestito il campo base. In totale, 46 operatori del Cnsas, inclusi due medici e due infermieri, sono stati presenti in Turchia.
Venerdì scorso, i sanitari italiani hanno raggiunto Dickey, che era già assistito da medici ungheresi. L’uomo si trovava in un campo allestito per proteggerlo dal freddo e per effettuare i trattamenti sanitari necessari per stabilizzarlo e renderne possibile il trasporto.
Le operazioni di recupero sono iniziate sabato, quando le condizioni sanitarie di Dickey hanno permesso il suo posizionamento sulla barella e la sua movimentazione. La strategia di recupero ha previsto diverse soste a diverse profondità per valutare le sue condizioni cliniche e somministrare le terapie necessarie. Le squadre di soccorso italiane hanno recuperato la barella e l’hanno portata all’esterno, fino alla tenda sanitaria installata al campo base.
Le operazioni di soccorso hanno coinvolto oltre 100 soccorritori provenienti da circa 10 Paesi. È stato necessario un totale di 60 ore per il recupero da una profondità di 1000 metri. Dickey è rimasto in grotta per circa 500 ore. I soccorritori italiani coinvolti sono stati 46. L’operazione è stata coordinata dall’Afad, l’ente turco di Protezione Civile, con il supporto dell’European Cave Rescue Association. Il Dipartimento di Protezione Civile e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale hanno seguito costantemente le operazioni di soccorso in Italia.
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