Terremoto a Napoli: Scosse frequenti ai Campi Flegrei, spiegazioni e situazione attuale

Ieri è stata registrata una forte scossa di terremoto nella zona dei Campi Flegrei a Napoli, con una magnitudo di 4.2, la più intensa degli ultimi 40 anni. Negli ultimi giorni, il capoluogo campano è stato colpito da un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi sismici. Ma cosa sta succedendo in quell’area e ci saranno altri terremoti?

Secondo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano Ingv, il terremoto di ieri mattina è collegato ai Campi Flegrei e al fenomeno del bradisismo che caratterizza l’intera zona, soprattutto la caldera. Il sollevamento del suolo causa un aumento dello sforzo nella crosta terrestre, che porta alla rottura e alla generazione di terremoti.

Mauro Di Vito non può fare previsioni su possibili scosse future, ma a causa dell’attuale fase di deformazione intensa, è probabile che si verifichino altri terremoti di magnitudo simile o maggiore, considerando però il tipo di roccia presente in questo vulcano. Questi terremoti sono molto superficiali e possono essere facilmente avvertiti anche se di piccola o media magnitudo.

La situazione nei Campi Flegrei è critica dal punto di vista della sismicità, secondo Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale. Dal 2006, il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10 cm, superando di 15-20 cm il livello massimo raggiunto nel 1984. De Natale sottolinea l’importanza di valutare la vulnerabilità degli edifici nella zona e di procedere all’evacuazione il prima possibile.

Il sollevamento del suolo testimonia la presenza di una pressione interna al sistema che genera il sollevamento stesso, la rottura delle rocce e i terremoti. Secondo De Natale, se il livello del suolo si avvicinasse o superasse quello del 1984, si avrebbe una sismicità simile o addirittura più forte di quella del 1983-84. La sismicità è aumentata progressivamente dal 2006, anche se la popolazione non ne era consapevole.

Il problema principale è la profondità a cui si verificano questi fenomeni, circa 2-3 km sotto la superficie. È urgente valutare la vulnerabilità degli edifici intorno alla solfatara e, se necessario, procedere all’evacuazione. Nel passato, durante crisi sismiche simili, intere aree sono state evacuate per la sicurezza della popolazione.

I Campi Flegrei sono un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all’interno di una caldera, un’area depressa causata dal crollo del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito di grandi eruzioni. Dopo l’eruzione più recente nel 1538, l’attività vulcanica è stata intensa, con più di 27 eruzioni negli ultimi 5.500 anni.

La caldera dei Campi Flegrei è soggetta al bradisismo, un lento sollevamento del suolo. Le crisi bradisismiche degli anni ’70-’72 e ’82-’84 hanno causato sollevamenti del suolo fino a 3.5 metri e danni agli edifici. Dal 2005, il suolo si sta sollevando nuovamente.

Attualmente, il livello di allerta dei Campi Flegrei è GIALLO, secondo il Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei monitoraggi dell’INGV.

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